giovedì 4 giugno 2020

IL PERTURBANTE DI FREUD
Nella filosofia contemporanea il concetto di copia viene introdotto da Freud con una diversa sfumatura di significato, egli ci parla del doppio, ovvero del sosia.
Nel 1919, Freud pubblica un suo saggio dal titolo “Das Unheimlich”, tradotto in Italia col titolo di “Il perturbante“. Anche se nella lingua italiana non esiste un termine esatto che corrisponda al significato di quello tedesco: “unheimlich potrebbe esser reso con inquietante, sinistro, non confortevole, sospetto, ambiguo, infido” . Egli ci propone una interessante analisi linguistica del termine tedesco:
La parola “unheimlich” è l’antitesi dell’aggettivo “heimlich”, che può significare: “familiare, domestico, fidato, ” ma anche “nascosto, celato, da non far sapere”. Ciò significa che la parola “heimlich”, nella sfumatura di significato di “nascondere, tenere celato” viene a coincidere con “unheimlich”, che resta il contrario unicamente del primo significato indicato, ossia “familiare”. Il termine “heimlich”  sviluppa la sua non-univocità, la sua ambivalenza fino a coincidere col suo contrario. Questa doppiezza di significato insita nel termine tedesco, questa unione di rappresentazioni quasi opposte è utile a Freud per introdurre e rendere comprensibile l’analisi di quei casi in cui fa la sua comparsa il perturbante.
La creazione del Doppio, come protezione dalla morte e quindi dall’ annientamento dell’Io, domina, in una prima fase, la vita sia del bambino che dell'uomo primitivo e nasce dall'amore illimitato per se stessi. Successivamente diventa assicurazione di sopravvivenza e poi presentimento di morte. Dunque, questo significa che la rappresentazione di questa figura cambia e muta in rapporto allo sviluppo dell’Io.
Perciò, afferma Freud, oltre a tutto ciò che la coscienza morale giudica sconveniente, nel concetto del Doppio possono essere incluse anche tutte le possibilità non realizzate che potrebbero accadere e a cui la fantasia si aggrappa ancora, le aspirazioni dell’Io che il destino ingrato non ha permesso si realizzassero e tutte le decisioni della volontà che sono state represse. E conclude: “il carattere perturbante del sosia può trarre origine soltanto dal fatto che il sosia stesso è una formazione appartenente a tempi psichici remoti e ormai superati, nei quali aveva un significato più amichevole ”.
Appare più chiaro come la parola “heimlich” possa scivolare sino a coincidere col suo contrario “unheimlich”: il perturbante non è nulla di nuovo, ma anzi è qualcosa di conosciuto che è diventato estraneo, nascosto a causa del processo di rimozione. E l’elemento dell’angoscia sta proprio nel fatto che questo rimosso a volte ritorna e va a costituire il perturbante, come nel caso dei nostri Doppi.

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