La stereochimica è quella parte della chimica che studia i composti, detti stereoisomeri, che hanno la stessa struttura molecolare ma una diversa disposizione spaziale degli atomi costituenti. Nella stereoisomeria ottica le molecole si distinguono fra loro in analogia a come la mano sinistra differisce dalla destra. Possiamo considerare queste molecole come una la copia speculare dell'altra.
Ad esempio se prendiamo in esame la gliceraldeide per distinguerne i due enantiomeri, una molecola chirale, Fischer
introdusse una convenzione che trova ancora applicazione in campo biochimico. Mettendo al centro della molecola il carbonio chirale ( cioè il carbonio centrale al quale sono legati i quattro sostituenti) e posizionando in alto
il sostituente con il carbonio a maggior grado di ossidazione, si definisce isomero D
quello con il gruppo ossidrile posizionato
a destra e isomero L quello con l’ossidrile
posizionato a sinistra.
L’isomeria ottica ha enormi implicazioni in campo biologico. Per esempio, soltanto
la D-gliceraldeide e, in generale, gli zuccheri
della serie D hanno importanza per l’uomo,
così come soltanto gli L-amminoacidi entrano nella costituzione delle proteine. Gli
enzimi, i catalizzatori biologici, sono stereospecifici e riconoscono selettivamente
soltanto gli isomeri ottici di un tipo. In biochimica alcune molecole importanti, come
gli zuccheri, possiedono più centri chirali
e quindi esistono in più isomeri ottici diversi.
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