mercoledì 6 maggio 2020

LA STAMPA NEL MEDIOEVO (step#12)

Esempio di salterio diurno miniato da amanuensi
 del sec. XVII già presente nella Biblioteca Scarabelli
di Caltanissetta
Nell'antichità la scrittura dei testi era affidata esclusivamente a schiavi literati addestrati a fare questo lavoro fin da bambini.
 La condizione servile dei copisti cessò del tutto solo col diffondersi del cristianesimo, anche se con le invasioni barbariche questa professione finì per essere coltivata quasi solo nei monasteri.
Affidata per lo più ai monaci quest'opera di trascrizione è quella cui l'uomo deve la conservazione nel tempo di opere straordinarie, primi fra tutti i testi sacri.

A partire dal 313 d.C., data che sancisce l'emanazione dell' editto di Costantino che proclamava la libertà di culto per i cristiani, si assiste ad un rapido e consistente sviluppo del testo scritto e, di conseguenza, dello studio della scrittura.

Per poter studiare, si rese quindi necessaria la riproduzione dei libri e , poiché a quel tempo non era ancora stata inventata la stampa, i libri potevano essere riprodotti solo copiandoli a mano: nasce così la figura degli amanuensi, umili ed anonimi monaci che avevano il compito di riprodurre pazientemente a mano le Sacre Scritture, testi di grandi storici e poeti; grazie al romano Cassiodoro, consapevole di quanto fosse importante che la cultura e le tradizioni delle antiche civiltà non andassero perdute, anche testi profani.
I libri ricopiati servivano ai monaci per la lettura e l'insegnamento.

 fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/amanuense_%28Enciclopedia-Italiana%29/

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