mercoledì 22 aprile 2020

COPIA DI UNA COPIA

Nel libro X del De Repubblica Platone comincia con l’interrogarsi sul senso dell’imitazione (mimesis), e lo fa a partire da un celebre esempio di un «letto». Secondo Platone siamo condotti a riconoscere che è possibile parlare di tre tipi diversi di letti: l’idea di letto, il letto che viene fabbricato da un artigiano sul modello dell’idea; il letto dipinto da un pittore (realtà sensibile). Ciò viene spiegato dalla teoria delle idee per cui agli oggetti fisici, cioè agli enti sensibili esistenti nella realtà, corrispondono delle entità ideali nell’Iperuranio, cioè «oggetti» definiti dalle loro caratteristiche essenziali. Il pittore non imita dunque la realtà e la verità delle idee, ma l’apparenza delle cose sensibili, che a loro volta non sono che imitazioni delle idee: la sua è perciò «copia di una copia», imitazione di un’imitazione,  ed per questo che si può affermare che egli produce «apparenze, non cose reali».

«E il costruttore di letti? Non hai appena detto che non realizza l'idea, ovvero ciò che noi abbiamo de finito l'essenza
di un letto, ma un letto qualsiasi?» 
«Sì , l'ho detto».
«Ma se non realizza l'essenza, non potrà creare la realtà, bensì solo qualcosa che assomiglia alla realtà, ma non la è; e
chi dicesse che l'opera del costruttore di letti o di un altro artigiano è compiutamente reale non correrebbe il rischio di non
dire il vero?»
«Sicuro», rispose, «o almeno così sembrerebbe a chi si occupa di questioni simili».

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